Con il supporto di Hypermaremma e il sostegno di Giovanna Caruso Fendi, Amnios si presenta come progetto inaugurale della Hippocampus Residency, nuova residenza d’artista in Maremma a cura di Veronica Siciliani Fendi.
Hippocampus trasforma le antiche scuderie del Casale Casagrande di Pescia Fiorentina in laboratorio artistico. Qui, adottando un approccio interdisciplinare, informale e collaborativo, gli artisti lavorano dialogando con natura e territorio. Una residenza sospesa tra terra e mare, nel cuore della Maremma, a pochi passi dalle grandi sculture abitabili del Giardino dei Tarocchi, di Niki de Saint Phalle (1998).
L’indagine per questo progetto nasce dall’Hippocampus: leggendario cavallo dalla coda di pesce che trainava il carro di Poseidone. Ibrido tra creatura marina e terrestre, emblema di fluidità, l’Hippocampus racchiude la forza di adattarsi e fondersi con l’ecosistema circostante. Questa specie è l’unica a manifestare un’inversione di genere al momento della riproduzione: la femmina depone le uova nel ventre del maschio, che porta a termine una vera e propria gravidanza maschile.
Protagonisti di questa prima edizione sono Agnes? & Malù Dalla Piccola con l’installazione ambientale Amnios, concepita e realizzata in loco.
L’installazione si abbandona ad una fluidità non culturalmente delimitata, che rispecchia anche l’offuscamento di categorie sessuali. La natura assume un ruolo centrale, non come oggetto passivo di analisi socioculturale, ma come guida attiva nella riscoperta di una soggettività spesso trascurata dalla società contemporanea.
Tra Ottobre e Dicembre 2020 gli artisti si sono confrontati rivisitando la naturale capacità dell’Hippocampus, raggiungendo una sintesi della loro ricerca artistica e indagando i temi della fertilità, della gravidanza e della nascita, sempre mettendo in discussione i ruoli e l’identità di genere.
Uniti dall’interesse per la condizione intrauterina e la ciclicità dell’acqua – intesa come liquido amniotico e fluido creativo – Agnes? & Malù Dalla Piccola hanno disegnato, riempito e cucito una moltitudine di forme organiche utilizzando materiali naturali reperiti in loco. Il fieno ruvido evoca il territorio e la storia del territorio, mentre i materiali cangianti e le luminarie calde rendono l’ambiente avvolgente e pulsante, proprio come l’interno di un corpo.
Amnios è un organo che vive, respira e comunica con i partecipanti creando un’intima esperienza con la materia. Penetrando in questo spazio intimo, si affrontano le proprie paure e si accede a una consapevolezza interiore che può condurre ad una rinascita. L’opera conduce a una dimensione magica e misteriosa portandoci al regressus ad uterum, mistico ritorno al grembo materno, allo stato primordiale, all’origine della vita, all’acqua.
Spaesati ci si abbandona all’attesa. Di una nascita? Della morte? O forse all’eterna gestazione.
Agnes? (Roma, 1995) vive e lavora tra Londra e Roma. Segue il programma di Fine Arts al Camberwell College di Londra dove completa gli studi nel 2018. Sebbene il suo percorso inizia con fotografia e scultura, si concentra ora sulla performance come mezzo per esplorare la relazione tra uomo e natura. Agnes? Ha esposto in diverse città europee, tra cui Roma, Firenze, L’Aia e Londra. Tra i suoi progetti più recenti ricordiamo la bipersonale Tides in the Body, Lychee One gallery, London e la performance Il Cappello del Polpo a Palazzo Massimo, Roma (2020). Nel 2019, è stato selezionato per la Midwater Residency in collaborazione con Studio Forlane nell’isola di Poros, Grecia. Nello stesso anno partecipa alla prima edizione di Hypermaremma con un’imponente installazione presso il Museo Nazionale dell’Antica di Cosa. Nel 2017, riceve il premio “Lorenzo il Magnifico” alla Biennale di Firenze nel settore di Performance Art. Nel 2021, Agnes? parteciperà alla Biennale del Komi, in collaborazione con Museo Pushkin di Mosca, Russia nonché alla seconda edizione del festival Back to Nature a Villa Borghese, Roma, a cura di Costantino d’Orazio. A partire da Ottobre, Agnes? sarà a New York per seguire l’MFA presso il Pratt Institute, dal quale ha vinto una borsa di studio.
Malù Dalla Piccola (Roma, 1994) vive e lavora a Parigi. Nell’arte di Malù, il genere della pittura figurativa si confronta con gli effetti del progresso tecnologico sulla nostra generazione, sempre più a contatto con dispositivi digitali. Il corpo umano quindi, appare inesorabilmente permeato dalla scienza e dalle sue ramificazioni. Sfidando la classica rappresentazione del corpo femminile nella tradizione europea, Malù ritrae corpi di donne frammentati, incompleti. Attraverso pittura, scultura, video, installazioni e performance e grazie all’esplorazione di nuovi materiali chimici e alchemici, l’artista indaga i temi della memoria, la fertilità, la nascita, il futurismo e il trans umanesimo Malù ha esposto in diverse città europee tra cui Roma, Parigi, Lisbona e Barcellona. Tra I suoi ultimi progetti e lavori performativi ricordiamo Futura, presso la galleria Uxval Gochez, Barcellona e Damnatio Memoriae a Palazzo Scapucci, Roma (2019).